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al testo di Salvatore Pizzo
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L'estraneo ha, come sola amica, lassù la nuvola: di essa, se c'è, si fa schermo per sfuggire allo scherno di chi aggrega e di famiglia vive inchino di giunchi nella palude dei"qui so che è patria".
L'estraneo sta dall'altra parte in strada, a valle, oltre le transenne di fronte; si che non ti dà retta se lo chiami. O, se risponde, è solo perchè è assente:
cos'è la morte per un estraneo in vita se non estetizzazione dell'estremo pensiero che si fa carne? Sente soltanto se lo si osserva curiosi.
Perchè, vedere come si è animali, gli dà modo di ritener l'istinto, un riflesso del verme sotterraneo che è nervo scoperto d'ogni vivente.
Non pensar mai d'essergli conterraneo: egli va spesso per ritrarre nubi, poi finisce per riprender d'un giorno la stella come lui pulsante aliena. |
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